Pietro Pittaro, un uomo da ricordare.
Durante la visita al Vinitaly del 2010 con il mio amico Roberto Truono, alla ricerca di eccellenze italiane Enogastronomiche, ho avuto modo di apprezzare, presso lo stand della Vigneti Pittaro, la qualità dei suoi vini, sotto la guida del suo più stretto collaboratore Stefano Trinco.
Spazio espositivo semplice e non ridondante, ma con vini sicuramente eccellenti.
Dopo aver degustato alcuni vini sia bianchi che rossi e due spumanti ottenuti con il metodo classico, ossia con la presa della spuma in bottiglia, (ma rimando i dettagli tecnici della produzione nell’apposito post pubblicato sul mio sito Cibus) abbiamo deciso di far visita nell’azienda, per incontrarlo di persona, visto che non era presente in fiera.
L’accoglienza è stata ricca di sorprese ed ancora ho memoria indelebile di ciò che ho visto, e degli argomenti di conversazione, più disparati, e dai quali è emersa la figura di un uomo di altri tempi, sincero, arguto, sensibile e preparato non solo in ambito enologico.
Fiore all’occhiello del suo modo di essere è l’ampio Museo dedicato al Vino con le ambientazioni che hanno ricreato il mestiere del vignaiolo, con una infinità di attrezzi anche antichi.
Le ambientazioni così proposte, con la presenza di manichini a grandezza naturale, abbigliati con gli indumenti dell’epoca e intenti nelle varie fasi di lavorazione che la vite e la produzione del vino richiede sono molto credibili ed efficaci riuscendo a catturare l’attenzione del visitatore mostrando un “film” reale e coinvolgente di un mondo di altri tempi e a volte scomparso.
Per me, che vivo nel Lazio, ho un lontano ricordo del “carretto da vino” che trasportava diverse botti per la consegna di vini presso le osterie (le cosiddette fraschette). Nel Museo del Vino di Pittaro ho vista con stupore più di una gondola utilizzata una volta nella città di Venezia con lo stesso scopo, con grandi botti a bordo. E poi una infinità di vetrine contenenti bicchieri e brocche colorate e/o incise tutti oggetti di gran valore (alcuni anche del Settecento), molti della vicina Murano, ma come disse, mentre mi faceva da Cicerone, “Vede signor Giorgi, tra tutti questi oggetti, anche molto preziosi sa quale apprezzo di più ?” Ed afferrando un umile e banale bicchiere da osteria mostrandomelo disse: “Questo, perché mi trasmette il vissuto di una vita dedicata al lavoro in un momento di pausa dalla fatica”.
Il Museo è stato tappa di una moltitudine di polacchi in viaggio in pullman, dalla madre patria a Roma in visita al polacco più famoso di sempre: Karol Wojtyla.
Fu così che un giorno si unì ad un gruppo che sarebbe stato ricevuto da Papa Giovanni Paolo II ed il Papa accorgendosi che lui non era polacco gli chiese da dove venisse; e lui rispose disse da Codroipo, un paese che Lei non conoscerà. Invece, disse che iniziò a parlare di tanti fatti ed eventi anche a lui sconosciuti.
Di ritorno a casa ebbe l’idea di omaggiare il Pontefice di una panoramica dei vini della sua riduzione, e non si fermò a questo: coinvolse nel gesto molti altri amici produttori che, in men che non si dica fecero arrivare in azienda campioni della propria produzione. Fu così che di lì a poco fu inviato, ovviamente gratuitamente, un camion di vini presso la Santa Sede, ma non è dato da sapere se hanno effettivamente raggiunto il destinatario in quanto le aziende fornitrici devono essere prima accreditate e tutto passa poi al vaglio degli assaggiatori…
Ma accanto della foto ricordo con il Pontefice, un’altra mi ha incuriosito: Pietro Pittaro in tuta e casco da aviatore accanto ad un Aermacchi MB-339 A in procinto di entrare nella carlinga. Questo aereo tra quello utilizzato all’epoca dalla pattuglia acrobatica delle nostre Frecce Tricolori. Il motivo è presto detto: i Vigneti Pittaro confinano con la base dello Stormo Nazionale, ed un giorno, a causa di un atterraggio un po’ lungo uno di questi aerei falcidiò un pò di viti. Fu così che per farsi perdonare invitarono il nostro Pietro in alto nei cieli come secondo pilota…. (contina)
+There are no comments
Add yours